"Matrigna inver ti fu natura,
o caro spirto gentil,
negando a te l'udir e il parlar;
ma quando fisso io contemplo
il raro tuo potente intelletto
e l'alto core che ti ferve in petto,
dico: giusta è natura che ben vede,
più di quel che ti tolse ella ti diede."

Con questi versi, divenuti famosi, Vincenzo Monti immortalò la vita del pittore sordomuto Lorenzo Toma, vanto del nostro paese.

E non si potrebbe dire altrimenti contemplando le numerose testimonianze che ci ha lasciato questo illustre figlio della nostra terra.

Nacque a Parona il 17 giugno 1798 e morì all'età di 68 anni, il 27 gennaio 1867. La casa dove è vissuto esiste tuttora, si trova nella via che porta lo stesso nome del pittore: è l'edificio che fa angolo con "Vicolo delle Scuole".

La tela Tibi dabo claves Lorenzo Toma ebbe la sfortuna di nascere sordomuto, menomazione che a quell'epoca era considerata tra le più gravi. Era comunque dotato di spiccata intelligenza ed era molto bravo a dipingere. Fu allievo del padre Assarotti da Genova, fondatore del primo istituto per sordomuti, e si distinse assai presto per la sua cultura letteraria e storica. Spinto dal talento e dalla passione, all'età di vent'anni si iscrisse all'Accademia di Belle Arti di Brera, a Milano. Un fatto del tutto eccezionale per quell'epoca, quando ancora ben pochi ragazzi studiavano. Ebbe in seguito come maestri di disegno e di pittura insigni artisti dell'epoca, ricavandone una preparazione invidiabile.

Attraverso la conoscenza del Monti, che ebbe modo di apprezzare l'artista paronese, Lorenzo Toma fu introdotto nel mondo neoclassico, sorto quale tendenza artistica in reazione al barocco.

Nella nostra chiesa di San Pietro possiamo ammirare le quattordici tele che raffigurano le stazioni della "Via Crucis", nonché la grande tela "Tibi dabo claves", posta al centro dell’abside dietro l'altare maggiore, che rappresenta San Pietro Apostolo mentre riceve da Cristo le chiavi del Regno dei Cieli.

Nella sala consiliare del Comune di Parona è esposta la tela raffigurante il Battesimo di Gesù.

Crocifissione del Toma Un affresco nell'antico cimitero, raffigurante Gesù Crocifisso e la Madonna dolente ai piedi (foto a lato - anno 1950), è andato purtroppo distrutto, consunto dal tempo e dalle intemperie.

Tra le sue opere si ricordano, inoltre, una pregevole riproduzione di una mezzaluna di Andrea Appiani, raffigurante Olimpo con Ganimede e Giove, ed un altro con la figura di San Pietro, situati nella chiesa di Casteggio.

Molti dipinti di Lorenzo Toma sono in possesso di privati, tra i quali il profilo di un monaco, il ritratto di Carlo Giuseppe Signorelli, "La morte di Patroclo", "Paolo e Francesca", "Giulietta e Romeo".